La forza di Alberta
La luminosa figura di Alberta Levi Temin, scomparsa
la settimana scorsa, è già stata degnamente
commemorata sulle colonne di questo notiziario e su
molti organi di stampa nazionali. In questo momento
di cordoglio, emerge con forza l’imperativo di
trovare nuove ed efficaci strade per mantenere
sempre vivo il valore della Memoria, nel momento in
cui i grandi protagonisti del Novecento,
inesorabilmente, ci stanno lasciando. E, nel caso
specifico di Alberta, il vuoto lasciato dalla sua
scomparsa sarà particolarmente difficile da
riempire, se si considera lo straordinario livello
quantitativo e qualitativo dell’impegno da lei
profuso su tale terreno. Nel rinnovare alla grande
Amica il mio sentimento di profonda gratitudine per
tutto quanto ha fatto per noi nella sua lunga,
operosissima vita, vorrei limitarmi, in questa
occasione, a renderle omaggio riportando le parole
che pronunciò, davanti a un’Aula Magna gremita di
giovani, presso l’Università “Suor Orsola Benincasa”
di Napoli, in occasione del Giorno della Memoria, il
28 gennaio 2015, in quello che probabilmente è stato
il suo ultimo incontro pubblico, certamente uno
degli ultimi. Nonostante la salute già malferma, non
volle disattendere il mio invito. Non registrai il
suo intervento, né mi ha consegnato alcun testo
scritto, ma ricordo bene le sue parole, e cerco di
riportarle, in prima persona, nel modo più fedele
possibile.
“Come sapete, io sono ebrea, e noi ebrei siamo
abituati a sentirci insegnare i precetti della
nostra religione dai nostri rabbini. Ma, a un certo
punto della mia vita, ho deciso che volevo leggere
la Bibbia da sola, senza l’aiuto di altri, e ho così
scoperto tante cose nuove, tanti significati
nascosti. Perché la Bibbia è bellissima.
Noi ebrei, come sapete, non siamo stati trattati
molto bene dalla Chiesa, e perciò da noi non si usa
leggere testi cristiani, dato che tante volte hanno
cercato di farcelo fare con la forza. Ma, un giorno,
ho deciso che volevo vedere con i miei occhi cosa
c’è scritto nei Vangeli, e ho cominciato a leggerli.
E ho scoperto che sono bellissimi. Non è certo colpa
di Gesù se, in suo nome, sono state compiute tante
violenze.
Sapete bene, inoltre, che oggi tra ebraismo e Islam
i rapporti non sono tanto facili, e c’è una diffusa
diffidenza reciproca. Ma io ho deciso che volevo
andare a vedere cosa dice davvero il Corano, e ho
preso a leggerlo. E ho scoperto che anch’esso è
bellissimo, sono gli uomini che ne danno una lettura
distorta e violenta.
Avevo, poi, molti pregiudizi nei confronti delle
religioni orientali, per esempio verso il buddismo.
Cosa ci può stare di bello, mi chiedevo, in un
signore grasso, che sta sdraiato sotto un albero
senza fare nulla? Ma pensavo così solo perché non
sapevo nulla del buddismo: anche in questo caso, ho
cominciato a leggere, a informarmi. E ho scoperto
che è bellissimo.
Perciò, se posso darvi un solo consiglio, ragazzi, è
questo: non vi fate dire dagli altri cosa è bello e
cosa è brutto, formatevi un vostro libero e autonomo
giudizio, con la vostra testa. Vedrete, come me, che
la vita è molto bella, anche se la cattiveria e
l’ignoranza degli uomini cercano, tante volte, di
farcela apparire brutta”.
Queste sono, per come le ricordo, le parole di
Alberta. Sono le parole, come si vede, di una donna
di grande fede e ottimismo, molto diversa, in
questo, da me, alquanto scettico e critico di
natura. Non sempre, leggendo le stesse pagine che ha
letto Alberta, i loro contenuti mi paiono belli come
parevano belli a lei. Ma so che a essere belli erano
i suoi occhi e il suo cuore, ed è questo, in fondo,
quello che conta davvero. Perciò anch’io, come uno
dei suoi tantissimi scolari, cercherò di fare tesoro
del suo insegnamento.
Francesco Lucrezi
moked/מוקד il portale dell'ebraismo italiano 22/09/2016 - 19 אלול 5776
mercoledì 7 settembre 2016