Raccontare, la missione di una vita
Raccontare come missione di vita
È morta
Alberta Levi Temin, testimone delle persecuzioni
naziste e fondatrice dell’associazione «Amicizia
ebraico-cristiana» di Napoli.
La città di Napoli piange la
scomparsa di Alberta Levi Temin, appassionata
testimone delle barbarie compiute dal nazifascismo
in Italia e in Europa contro gli ebrei.
Nata nel 1919, Alberta scampò a Roma
alla prima deportazione degli ebrei dall’Italia,
avvenuta il 16 ottobre 1943, nascondendosi sul
balcone dal rastrellamento del Ghetto di Roma, dove
si era trasferita con la famiglia dopo le
perquisizioni della loro casa di Ferrara. Per tutta
la vita si portò dentro il dolore di non aver potuto
far nulla per i suoi cari. Un dolore che, a 97 anni,
ricordava ancora come il più grande della sua vita.
Per molto tempo non riuscì a parlare
della tragedia vissuta, fino a quando, col
diffondersi delle teorie revisioniste sulla Shoah,
nel 1990 trovò la forza di raccontare la sua storia
e divenne instancabile testimone soprattutto tra i
giovani nelle scuole, battendosi contro idee di
revisionismo e promuovendo il dialogo e la
convivenza pacifica. Questo compito di testimone
della memoria lo ha svolto negli anni con passione,
umiltà, con un linguaggio accessibile al suo
uditorio, ricordando il passato, ma guardando sempre
al presente e al futuro con sorprendente ottimismo.
Alberta L. Temin fece parte del
gruppo promotore dell’associazione «Amicizia
ebraico-cristiana» di Napoli, voluta nell’86 dal
cardinale Corrado Ursi, e ne è stata presidente per
due mandati stringendo sincere relazioni di amicizia
anche con le chiese battiste, metodiste e valdesi di
Napoli.
Nel 2010 fu lei a proporre il primo
incontro tra palestinesi ed ebrei a Napoli, e la
settimana del dialogo con 18 studenti palestinesi e
18 studenti israeliani a Benevento.
«Una vita profetica la sua,
incentrata su due assi portanti: il dialogo e la
pace, caratteristiche proprie di un’anima natura.
Una maturità forgiatasi nel crogiuolo di esperienze
durissime e devastanti, ma che in lei si sono
trasformate in linfa vitale, in un amore per la
vita, in tutti i suoi aspetti, che contagiava chi ha
avuto la fortuna di incontrarla», ha scritto
Francesco Villano, presidente del direttivo
dell’Amicizia ebraico-cristiana di Napoli.
Per l’impegno nel fare memoria delle
persecuzioni naziste e nel promuovere il dialogo tra
le religioni, Alberta ha ricevuto la Cittadinanza
onoraria della città di Arzano, il Premio per la
pace e i diritti umani della Regione Campania, il
Premio Dossetti per la pace, il Premio Mediterraneo
e il Premio Fraternità Città di Benevento.
Ai funerali che si sono svolti ieri
pomeriggio presso il Cimitero ebraico di Napoli
erano presenti, oltre ad amici e parenti, anche
numerosi cristiani cattolici, ed è arrivato anche il
cordoglio dell’Imam di Napoli, Massimo Cozzolino, e
di quello di San Marcellino, Nasser Hidouri.
Presente anche l’assessore Nino Daniele, che ha
portato il saluto del Comune: «Una grave perdita per
la vostra comunità e per la cittadinanza di quella
Napoli che amava moltissimo».
In conclusione un mio ricordo
personale. Partecipando per diversi anni alle
attività dell’Amicizia ebraico-cristiana di Napoli,
ho avuto anche io l’onore di conoscere Alberta, una
donna la cui bellezza ed eleganza non erano affatto
scalfite dal trascorrere degli anni. Mi piace
ricordare quanto disse in occasione dei
festeggiamenti dei suoi 90 anni, quando le fu
consegnata dall’allora sindaco di Napoli, Rosa Russo
Iervolino, una targa come riconoscimento per il suo
costante impegno nell’indicare ai giovani i valori
della pace, del dialogo e del rispetto delle
diversità. Nella solenne sala della Giunta, Alberta
– con quei suoi occhi grandi e celesti che
catturavano l’attenzione di chiunque li incrociasse
– disse ai numerosi presenti: «La vita può riservare
anche momenti duri, difficili che vanno accettati,
ma ciò che di malvagio viene dagli uomini va
combattuto in nome della verità e dell’uguaglianza.
La vita è meravigliosa e deve esserlo per tutti». A
noi il compito di raccogliere questo testimone e di
proseguire quell’impegno che fin qui Alberta ha
compiuto con grande passione ed energia.
(di Marta D’Auria, RIFORMA)
mercoledì 31 agosto 2016
