ASSOCIAZIONE AMICIZIA EBRAICO CRISTIANA

Addio ad Alberta Levi Temin, testimone delle persecuzioni nazifasciste a Ferrara, si salvò dalla prima deportazione di Roma

 

Addio ad Alberta Temin

 

È morta a Napoli all’età 97 anni Alberta Levi Temin, ebrea ferrarese scampata alla prima deportazione degli ebrei d’Italia a Roma nell’ottobre 1943. Levi Temin nacque a Guastalla (RE) nel 1919 ma pochi anni dopo, nel 1922, la famiglia si trasferì a Ferrara, città d’origine della madre, Bianca Ravenna.

Qui visse fino al 1943, ancora anni dopo la promulgazione delle leggi razziali da parte del governo fascista e, non potendo dedicarsi agli studi universitari, insegnò nella scuola ebraica di via Vignatagliata. A Ferrara si sposo anche, con Fabio Temin, prima di scappare a Roma dopo che i nazisti andarono in casa sua.

La Capitale non fu però ospitale, riuscì comunque a salvarsi dalla deportazione del 16 ottobre 1943, grazie all’aiuto del barone Sava, della famiglia cattolica dei Di Santolo, cambiando identità e trasformando il cognome Levi in Levigati.

Fu amica di Giorgio Bassani e nel 1945 si trasferì a Napoli insieme al marito, dove con Diana Pezza Borrelli fu la promotrice e presidente per due anni dell’Amicizia ebraico-cristiana di Napoli, voluta nel 1986 dal cardinale Corrado Ursi. Fu lei a proporre un incontro tra palestinesi ed ebrei a Napoli, nel 2010.

Dagli anni Novanta del secolo scorso ha iniziato a parlare in tanti incontri pubblici – soprattutto con le scuole – dei difficilissimi anni della sua infanzia, delle leggi razziali, del nazifascismo, delle deportazioni. Nel 2010 e nel 2013 è stata ospite della Festa del Libro Ebraico di Ferrara.


(la redazione di ESTENSE)

mercoledì 31 agosto 2016